Pagina:Venezia – Relazioni degli ambasciatori veneti al Senato, Vol. I, 1912 – BEIC 1904739.djvu/261

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relazione di alvise donato 255

assentito: di che, avendo Sua Altezza data parola col parer anco di Vostra Serenitá, il signor duca di Savoia non se ne contentò poi, né volse disarmare; si che la cosa resta tuttavia in sospeso con gran ramarico del governatore. Il qual fu giá creduto esser stato mandato a Milano doppo la morte successa del conte di Fuentes, perché, essendo quel terribil vecchio tenuto per nemico dal signor duca di Savoia e sempre da lui allegato per sospetto in Spagna, attribuendo alle ingiurie fattegli ed al sospetto datogli dal medesimo, che lo posero, com’egli dice, in disperazione, i concerti di mossa d’arme fatti giá dall’Altezza Sua col fu re Enrico IV, ed escusandosene con la necessitá, allora, quando il Fuentes, uscito di vita, non poteva piú risponder né parlare, si volse però da’ spagnoli aver al governo di Milano persona a lui confidente, com’è apunto il marchese dell’Hynoiosa, o per levar al signor duca con questo mezo ogni giusto pretesto di far altra pericolosa novitá, o perché, essendogli il marchese vecchio e stretto amico, fusse piú atto, venendo l’occasione, di tentar la vendetta ed ingannarlo. Le qual cose né confermo con argomenti, né ardisco di negare: ciascuno ad arbitrio suo lo creda o no, come li piace, ch’io piú tosto m’accosto all’opinione di coloro che tengano esser egli stato portato a quell’importante carica dal favore del duca di Lerma, da cui par che dipenda, che ne ebbe opportuno pretesto, per esser questo soldato vecchio, che ha molt’anni di guerra tra l’ubidire ed il commandare, e che s’era novamente acquistata riputazione e merito nell’impresa felicemente successagli dell’Arrocchia, fortezza de’ mori nelle rive d’Africa.

Questa è cosa certa ch’il governator. conosciuto uomo avidissimo d’accommodarsi però con ogni facilitá alla scambievol dissimulazione col signor duca di Savoia, ha dato molti chiari indizi di aver venduto a quel principe, se ben occultamente, la sua coscienza ed il suo favore, e che però la mossa fatta dall’Altezza Sua sia stata non senza precedente notizia del medesimo; essendosi anco osservato, doppo ch’egli in tutte le cose ha procurato d’avvantaggiarlo quanto piú ha potuto, che non ha fatto contro di lui se non quello a che la forza della necessitá