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d’ognuno, ancorché preso in riparar cosa di qualche momento, e però contra ragione, possa apportargli pregiudizio in altra maggiore. Oltre di ciò, perché i capitani di cavalleria ed altri officiali ancora, pagati da Vostra Serenitá, hanno molto maggior stipendio di quello ch’abbino i pagati dal signor duca, voleva saviamente il signor don Vicenzo che si diminuisse loro e che si paregiassero come questi altri, impiegandosi il soprapiú nell’assoldar maggior numero di gente. Fu scritto di ciò a Mantova, e parve che fusse risposto l’Eccellenze Vostre non assentirvi, ma voler che si continuasse il fattosi giá; e pur, dopo il mio ritorno, intendo ad esse non esser mai stato di ciò fatto motto alcuno. Non volsi giá io assentire ad un’altra proposta fatta da’ ministri di Sua Altezza, che volevano ridurre tutte le compagnie pagate dalla serenissima republica al compito numero di 2.200 fanti, col rimetter in queste i soldati che erano in quelle del signor duca: il che non accresceva ponto il numero della soldatesca, ma diminuiva solo la spesa all’Altezza Sua e l’accresceva a Vostra Serenitá. Mi vi opposi con destra maniera, e la cosa restò allora impedita: non so mò quello si sará fatto dopo. So ben questo di certo: ch’il far soldati in quelle parti riesce difficilissimo al signor duca, in particulare perché gli uomini vanno piú volontieri a rimettersi ne’ «terzi» del re e forse anco del signor duca di Savoia, cosí per esser per il piú liberi da quelle fazioni che si convengono far da questri altri, tenuti continuamente ne’ pressidi delle piazze, come anco perché, avendosi questi a sostentar con la semplice paga, quelli all’incontro si fanno spesare, e anco lautamente, dai poveri paesani nelle case de’ quali stanno alloggiati, oltre molti altri avvantaggi e commodi che ne riportano; si che, essendo tanto dissimile la condizione degli uni da quella degli altri, non è maraviglia se questa milizia venga aborrita e quell’altra piú facilmente abbracciata.

Regeva, dal principio di questa mossa d’armi, la somma delle cose nel Monferrato il signor Carlo Rossi con titolo di governator generale, al qual non essendo cosí ben incontrati gli affari come se averebbe desiderato, caduto però in odio di molti,