Pagina:Venezia – Relazioni degli ambasciatori veneti al Senato, Vol. II, 1913 – BEIC 1905390.djvu/11

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per sollicitazion del marchese de Mantoa, vi andò a campo; ed il signor Marco Antonio Colona fece piantar l’artellaria. Nui con li exerciti eramo a Cremona, dove si attrovava monsignor de Borbon, e si attendeva a la fortificazione de quella cita. E, vedendo lo imperator che asolani erano deliberati mantenirse,. che in sino le done non se sparagnavano far l’officio de guastatori ed exortavano li soldati a far virilmente, non mancando el magnifico messer Antonio da Martinengo con la compagnia sua, e cussi li altri capi e soldati, far el debito suo, deliberò lassar Asola con notabel principio de desfavore e se ne vene a li Orzi; e noi a Picigaton, a Lodi ed a Gelo sopra Ada per mezo Rivolta. Fu mandato Pietro Navaro a fortificar le ripe de Ada per proibir il transito a P imperator, quale vene de longo a Caravazo e Rivolta per passar alora sopra Ada. Per monsignor de Borbon, monsignor de Lautrech, signor Teodoro ed altri capitanei e clarissimo Griti fu deliberato retirarse; ed in quel puncto, che era el giorno de pasqua, doppo disnar, se retirassemo a Milano con li exerciti pieni de timor e de confusione, come far soleno francesi nel retirarse. El giorno sequente fu fatto conseio in Milano per li capitanei francesi e veneti quid, agendum: parte consigliorono tepidamente, parte non se lassavano intender, parte absolute consigliava che se retrazessimo in Alexandria, come fu el signor Iulio da San Severino. Soli el signor Teodoro Triulcio e monsignor de la Cleta, locotenente de monsignor de Borbon, arditamente consigliorono che se fermassimo a Milano, promettendo el signor Teodoro che la citá non faria alcun movimento; el qual aveva a Milano la moglie e tutto el suo mobile. Pur monsignor de Borbon avea ne la memoria che ’l padre era morto a Napoli, ed ultimamente Punico suo fratello a la giornata de Marignan. Fu deliberato, con el nome de Dio, fermarse e defender Milano. E lo imperator, lentamente procedendo, vene pur avanti 5 miglia apresso Milano, spinto dal signor Galeazo Visconte ed altri forausciti, i quali aveano fatte promissione molto gagliarde a Sua Maestá: che la citá e Stato de Milano faria tal movimento con la venuta di quella, che francesi sedano sforzati passar li monti. Li quali,