Pagina:Venezia – Relazioni degli ambasciatori veneti al Senato, Vol. II, 1913 – BEIC 1905390.djvu/66

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de’ colonelli de’ tedeschi obedisse, come sa la Serenitá Vostra, particolarmente al suo capo. Della nazione spagnola è maestro di campo don Francesco de Viamonte: della italiana Cesare da Napoli, mastro di campo generale don Alvaro di Sande, spagnolo, uomo di grande ardire, ma non di consiglio; sergente generale il capitano Pietro Pianteniga, milanese, c’ ha fama di valoroso soldato e fu quello che prese ultimamente Camirano. Oltra queste genti da piedi ha seco Soa Eccellenzia n stendardi d’uomini d’arme, cioè 6 del regno di Napoli e 5 di Lombardia. È generale delle genti d’arme il principe di Piemonte, figliuolo dell’illustrissimo signor duca di Savogía. E, perché potrebbe esser grato a Vostra Serenitá intender quai siano i capi loro, io gli esplicare) tutti a nome per nome. Delle 6 compagnie del Regno sono capi il signor don Ferrante, il principe di Piemonte, il signor Ascanio Colona, il signor Camillo Colona, il conte di Potenzia e don Garzia Mandrich, ch’è governator in Piasenza Delle 5 di Lombardia il signor Alessandro Gonzaga, mantoano, detto il Boschetto, il conte Manfredo Tondello, novarese, che fu figliuolo del conte Filippo, don Raimondo di Cardona e don Francesco di Viamonte, ambi spagnoli, ed il quinto era il quondam conte Giovanni Francesco dalla Somaglia, milanese, ch’è morto ultimamente in Milano. Vi sono apresso da 22 compagnie di leggieri, dei quali è generale il principe di Sulmona. Tutti questi cavalli, signori illustrissimi, non passano in fatto il numero di 1000 o 1200 al piu da fazione, perché poche delle compagnie sono piene ed alla maggior parte d’esse mancano dei cavalli assai. E questo procede dal non esser le genti pagate, in muodo che l’esercito predetto non s’arebbe possuto intratener tanto, se non avesse alloggiato, come ha fatto, a discrezione per i luoghi del misero Piemonte.

Contator generale è il signor Francesco Ibara spagnolo e tesoriera il signor Cristoforo Fornari, nepote del quondam signor Tomaso; capitano dell’artigliaria è don Raimondo di Cordona, spagnolo; capo de’ bombardieri Giulio da Fiorenza, uomo raro nell’arte sua; ingegnerò Giovan Maria da Savona, che fece il