Pagina:Venezia – Relazioni degli ambasciatori veneti al Senato, Vol. II, 1913 – BEIC 1905390.djvu/69

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veder per le lettere mie. Però non replicarò altro intorno a ciò. Basta che quella fortificazione si fa tutta alle spese di poveri milanesi, populi obedientissimi al loro signore, ancorché angariati sopramodo: il che si può comprender dall’intrata grande ch’ora rende quel Stato all’imperatore, la qual importa piú di 600.000 scudi all’anno, benché a tempo degl’illustrissimi signori duchi di Milano con fatica se ne trazesse la mitá; ma le gravezze estraordinarie imposte da Soa Maestá le hanno accresciuta altretanto l’intrata, che al presente corre per ordinaria. La compartita delle gravezze estraordinarie è fatta a questo modo: di cinque parti, due ne paga il ducato di Milano, che si comprende fra i fiumi Adda e Ticino, e l’altre tre contribuisce tutto ’l rimanente del Stato. Quel paese è fertilissimo e per l’ordinario molto abondante d’ogni sorte di vettovaglie. Si trova in Milano grandissimo numero d’artifici e la mercanzia corre assai, di modo che ’l dazio delle merci ch’entrano ed escono di quella cittá (fra le qual non si computano grano, vino, carne, legne, sale, macina, né altre cose pertinenti al viver, perché queste hanno i loro dazi a parte) fu affittato per tre anni, videlicet’ 51,’52, ’53, per lire 460.000 di moneta milanese, che sono da 80.000 scudi all’anno. In assenzia del signor don Ferrante da Milano, il magnifico Taverna, gran cancelliero, è quello che fa e governa il tutto, perché ha il magistrato principale della cittá nelle mani. Dopo questo è il presidente del senato, il qual officio vaca ora per morte del signor Marco Barbavara; poi il presidente del magistrato dell’intrate, dico il signor Francesco Grasso; il capitano di giustizia, che è il signor Nicolò Secco, nostro bressano; il presidente delle biave; e successivamente altri magistrati ed offici di man in mano, ché troppo longo sarebbe raccontarli tutti. Al magnifico senato incumbe il peso d’udire ed espedir tutte le cause importanti, cosí civil come criminali. Il Consiglio secreto veramente, nel qual intravengono ordinariamente il signor don Ferrante, il gran cancelliero, il presidente del magistrato ed il capitano di giustizia, ha carico solamente di proveder alle cose pertinenti al Stato. Il tutto, signori illustrissimi, passarebbe