Pagina:Venezia – Relazioni degli ambasciatori veneti al Senato, Vol. II, 1913 – BEIC 1905390.djvu/79

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Tutto l’ordinario vecchio è venduto, per una poca parte dall’ultimo duca Francesco Sforza, per il resto da Carlo V per causa delle guerre de’ suoi tempi: da che nacque che Sua Maestá impose il mensuale per aver modo di fare le spese ordinarie in tempo di pace. Oltre questa entrata, stringendo li bisogni, il Cardinal di Trento, quando era governatore, fece un certo aumento alli dazi della mercanzia ed al sale, che importò 60.000 ducati all’anno (ma si affittarebbe ancora piú), li quali subito furono venduti. Dappoi il duca di Sessa ne fece un altro a molte gabelle, che fu affittato ducati 150.000, il quale anco fu venduto, ed anco questo si affittarebbe d’avantaggio. Vi sono poi le tasse delli uomini d’arme, che importano 60.000 ducati all’anno, le tratte di biade, le entrate delle acque e gli augumenti della moneta da quello che viene ricevuta in Camera, e poi dispensata, che tutto questo importa circa 40 in 50.000 ducati all’anno. Talché l’entrata del re nello Stato di Milano importa 900.000 ducati; ma, rincantandosi, accresceria forse fino ad un milione. Di questa, per le vendite che ho detto, non resta di netto nella Camera piú che 400.000 ducati. È il vero che il re, del 1560, ridusse gli interessi che si pagavano a diversi, quali erano di 5 fino a 13 per 100 ed anco una parte fino a iS, su la vita, tutti a 5 per 100, in modo che Sua Maestá avantaggiò da 170.000 ducati; talché il netto viene ad essere da 570.000 ducati. Ma tanto meno, quanto che la entrata delle tratte non si mette per cosa certa, e sopra di essa molte volte il re fa doni ed assegnamenti a diversi, onde non se ne può valere nelle spese ordinarie. Delle straordinarie è cosa difficile a poterlo esprimere con diffinita quantitá; ma il duca di Sessa ne cavò una gran somma ed in breve tempo, perché, in 21 mesi che governò quello Stato, nell’ultima guerra con Francia, ne cavò due milioni e 700.000 scudi d’oro, computato però quello che trasse dalle rendite delle gabelle accresciute; e queste, oltre la entrata ordinaria, che importò intorno ad un milione e 7 in 800.000 ducati. Ma questo è il danaro che entrò in sua mano, che dicesi; ché delle imposizioni estraordinarie ricavò il doppio di quello che entrò in