Pagina:Venezia – Relazioni degli ambasciatori veneti al Senato, Vol. II, 1913 – BEIC 1905390.djvu/80

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mano, perché, quando lo Stato le mette, sempre le vende con molto interesse per cavare il danaro pronto nelli termini che il re lo domanda, e quelli che lo comprano danno gran spesa a quei che lo riscuotono, quando non sono pronti a pagare a suo tempo, con pignorarli e straziarli; talché la somma, che dal predetto duca è stata fatta cavare, è stata molto grande. È custodito e governato questo Stato da capi la maggior parte spagnoli; il che nasce non tanto dal favore, quanto dalla confidenza che il re mostra in questa nazione, perché li castellani delle fortezze tutti sono spagnoli e li governatori delle cittá medesimamente. Il governatore generale è ancora lui spagnolo. Della milizia, li capi della fantaria spagnola sono dell’istessa nazione; nella fantaria alemana, quando il re ne leva, si suol servire di due collonelli, l’uno de’ quali è il conte Alberico di Lodrone, l’altro il conte Giovanni Battista d’Arco. Della fantaria italiana è generale il signor Vespasiano Gonzaga; delle gente d’arme il signor Cesare Gonzaga; della cavallaria leggiera il signor marchese di Pescara; dell’artigliarla Cesare da Napoli. Vi sono poi diversi collonelli, cosí da piedi come da cavallo, de’ quali non accade farne ora altra menzione, salvo che ne sono molti e buoni.