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SCRITTURA

DI MESSER


BONIFACIO ANTELMI

RITORNATO DA MILANO


l’anno 1587

Il serenissimo re cattolico tiene per l’ordinario compartiti nei castelli e fortezze del Stato di Milano ed in alcuni pochi luoghi a quello vicini 1325 fanti spagnoli, cioè in Milano, Cremona, Pizzichitene, Lodi, cittadella e rocchetta d’Alessandria, Tortona, Pavia, Novara, Abbiagrasso, Vigevene, ròcca d’Arona Domodossola, Trezzo, Lecco, Como, Seravai, Desana, Gioffré, ròcca di Castiglione, Pontremoli e Finale, ed inoltre la guardia della porta del palazzo dell’eccellentissimo signor governator, guardia delle cacce e del capitano di giustizia. A tutti questi s’aggiongono li 3000 spagnoli del «terzo», i quali sono ripartiti in io compagnie ed assignati loro alloggiamenti proporzionatamente per il Stato, conforme agli ordini di Sua Maestá. Onde che tutti li sopradetti spagnoli fanno il numero di 4325 fanti; i quali, per esser spagnoli, che si fanno col solo uscir di paese, si possono chiamar tutti soldati vecchi, benché ben spesso soglia Sua Maestá, con l’occasione di mandar in Fiandra questi spagnoli, cavar da presidi del Stato di Milano proporzionatamente li soldati vecchi ed in lor luogo ponervi «bisogni». La paga di detti soldati è di scudi 4 al mese, intendendosi a scudi di Camera, che vagliono un reai manco degli altri; ma