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L’uomo d’arme ch’arma il suo cavallo con bande di ferro ha di piú scudi 4 sopra le tasse, e quello che l’arma con meza banda ne ha 2 e mezo. È in obligo l’uomo d’arme di servir il re, di comparir alla banca con 2 cavalli: il primo conviene esser corsiero e si chiama con nome di «primo cavallo» o di «corsiero», ed il secondo si chiama «dobladura»: questo sará per il meno frisone grosso; ed ambidue hanno a esser giovani e sani, altrimenti non si passano. Nelle occorrenze di guerra cadaun uomo d’arme ha il terzo cavallo per le bagaglie, per il qual effetto ogni cosa serve, non vi essendo obligo di mostrar questo alla banca. Li dui cavalli, corsiero e dobladura, si bollano alla banca, dove si fa nota della razza e del pelo. L’uomo d’arme che s’assenta paga alla banca per obligo mezo scudo. Porta l’uomo d’arme per obligazione una casacca sopra l’armatura, ch’è fatta a livrea di velluto con guarnizioni d’oro; la qual casacca può costare circa 20 scudi, e se gli fa a conto delle sue paghe. Non possono vender i cavalli senza licenzia del contador e viador: nondimeno, perché questi sono molto peggio pagati della cavallaria leggiera, s’atrovano in gran parte a piedi; e quello che loro viene esborsato per conto di tasse importa scudi 31.040 l’anno. Fanno le dette compagnie d’uomini d’arme la residenzia loro separatamente nelle cittá del detto Stato, ed alcune nelle terre, conforme agli ordini del re opur dell’eccellentissimo signor governatore.
Delli 1325 soldati, che, come ho detto, sono distribuiti tra i castelli e fortezze del detto Stato e quei pochi luoghi fuori, 420 fanno per l’ordinario residenzia nel castello di Milano, che, aggionti ad altri 44 soldati straordinari, ascendono al numero di 464; la spesa dei quali, insieme con quella dell’illustrissimo signor castellano, suo luogotenente ed altri officiali e persone particolari, li quali sono 115 persone, importa ogni anno scudi 22.558. Delli quali officiali, persone particolari e spesa si può minutamente vedere nel bilancio generale dell’entrata e spesa del detto Stato, ch’io riverentemente appresento a’ piedi di Vostra Serenitá e delle Eccellenzie Vostre insieme con questa mia scrittura.
