Pagina:Venezia – Relazioni degli ambasciatori veneti al Senato, Vol. II, 1913 – BEIC 1905390.djvu/95

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A questo passo dirò che dell’emergente di quella scrittura di protesta fatta dalla principessa e del maneggio che si dice tenutone in Milano, niente nelle poche ore della mia dimora si ragionò. Il Beinetti, maggiorduomo di lei, era partito prima ch’io arrivassi. Però si fermò nella casa del marchese Gonzaga, verso il quale egli ed altri ministri mantovani fanno viaggi ed abboccamenti frequenti sotto mille pretesti, anco di occorrenze famigliali; e le rimesse di denari, pur fatte all’infante, saranno passate tra quattr’occhi. La veritá è che, se il duca di Mantova non depone la sua troppo facile credulitá, non possedè di piú fedeli ministri e non allontana da sé l’infante antica, piena di scandalo, inciamperá in nuove irremediabili sciagure, e quel mantovano paese, ch’alle rive del Po io ho veduto nel mio passaggio in molte gran terre spopulate, arse e manomesse dalla barbarie alemanna, sará soprapreso e guadagnato dall’accortezza spagnola, né vaieranno a repararlo i consigli ed i presidi dei vicini principi. Sua Santitá mandò il canonico Macchiavelli sotto titolo di complimentarlo, e con lui un tal Refisi, ch’è di confidenza intima con Panzirolo. Ambidue sono tuttavia a Milano ad osservar ed esplorar piú che ad altro oftízio, infinite essendo le gelosie e sospezioni che corrono tra ecclesiastici e spagnoli in queste constituzioni d’accidenti. Il genio del papa, l’origine dei suoi primi avanzamenti e le continue inclinazioni alla Francia, con tanti disgusti apresso di Borgia, di Napoli e di altri freschi successi, lo rendono diffidentissimo a spagnoli e togliono a Vostra Serenitá qualunque gelosia, che risorger potesse con occasione di maggiore torbido con Roma per le cose dei confini assai vacillanti. L’abbate Torre, ministro di Savoia, mi ha scansato e fuggito. Dicevano in Milano, per ludibrio, ch’ai mio comparire egli si era serrato in casa; aggiontavi la mortificazione che prova per quello che, fattosi dare titolo e qualitá d’ambasciatore con oggetto di migliorar i suoi trattamenti, è nondimeno dal Cardinal infante trattato con i modi di residente. Il duca lo richiamò a Turino e, essaminato strettamente il punto, trovò buono