Pagina:Venezia – Relazioni degli ambasciatori veneti al Senato, Vol. II, 1913 – BEIC 1905390.djvu/96

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di spogliarlo del carattere dell’ambasceria e rivestirlo di nuovo di quello della residenza.

L’intelligenza del suo padrone con spagnoli, benché con qualche affettazione procurata e da molte apparenze persuasa, in particolare dallo avere prestato con assai facile connivenza l’alloggio loro in Roccavrano, non però certamente incontra né sussiste. Egli, per le tante invasioni avute sopra Asti, Vercelli e Verrua, per la protezione persa dei francesi, per il freno di Pinarolo, convien esser allo sdegno contro una parte, ed all’obligazioneverso l’altra portato intieramente. I spagnoli all’incontro non possono credere alle lusinghe ed aggradire ossequi apparenti, come fu quello che osservammo molto affettato di Villafranca verso il signor Cardinal infante; mentre di larga mano discordano e diversificano le opere. Cosí quel prencipe, ch’è per l’opportunitá tanto caro ai spagnoli, avendo soverchiamente preteso di renderlo umiliato, l’hanno anzi essacerbato ed inasprito. Ho detto del ministro. Dirò del libro, che le settimane a dietro si publicò per la pretensione di Cipro, di cui qualche incidenza di proposito ne è pur caduta nei ragionamenti. Io, sobriamente ed in via di ludibrio, me ne sono presto sbrigato. Dissi esser quella stampa piena di vanitá, opera dei gesuiti, che vantaggiosamente si discredita con il nome dell’autore; non aver bisogno i gran prencipi di rintuzzare la mordacitá delle penne, ove l’oro ed il sangue sono bastanti a cancellar ogni livore degl’inchiostri, né trovarsi cosa piú facile che un pittore ben pagato ed uno scrittore menzoniero, che figurino e rappresentino a compiacimento chimere degne di riso. Poco in tal materia e niente di negozio di lega, né d’altro mi è accaduto trattare fuori de’ miei complimenti ed uffízi.

Ben questi sono stati accolti, abbracciati ed aggraditi al maggior segno, con tutte le piú desiderabili ed abbondanti dimostrazioni di stima. Un commissario regio venne al confine. Tutto Milano usci ad incontrarmi. S’avanzarono le carrozze di Feria con gentiluomini espressi del signor infante. Mi furono deputate due publiche udienze al subito richiederle. L’andai a riverir con le carrozze di corte, che poi mi assisterono tutto il tempo della