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che strillavano, Sidoro che scappava di sopra, Nardo e Bellòmo che vedendo la mala parata, uscivano fuori continuando a vociferare. Matteo gridò a un tratto: — Aspetta! Aspetta — e partì correndo per andare a chiamare i compagni.

— T’aspetto — rispose Luciano piantandosi col fucile sull’uscio; — ma di qui non passa nessuno per arrivare alla zolfara.

— Bravo! — esclamò il barone concitato. — Datemi un fucile anche a me. Sidoro?...

Sidoro stava picchiando e tempestando dietro l’uscio di Rametta:

— E quel poltrone di don Nunzio che si è chiuso dentro!

Il chiarore maledetto dell’incendio tingeva di rosso anche il cielo. E un silenzio di morte in quella rovina. A un tratto si udì una schiop-