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si udì gridare a un tratto nell’anticamera.
— Fatelo entrare! — gridò il barone, chè gli tornarono il fiato e la voce a un tratto, e gli andò incontro a braccia aperte: — Caro don Nunzio!...
*
Ma gli caddero cuore e braccia al vedere la faccia che aveva don Nunzio, lunga un palmo, cogli occhi torvi che sfuggivano la gente.
— Carissimo barone.... Signori miei.... Lasciatemi sedere. Ho le gambe rotte.
Chi portava seggiole, e chi s’affaccendava in altre premure attorno a don Nunzio, che pareva un sovrano, malgrado i suoi scarponi e la sua giacca di fustagno.