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che cliente che arriva smarrito dalla provincia. E finivano col volgere un’occhiata discreta sulla moglie dell’avvocato senza affari, elegante, sorridente, disinvolta al pari di una gran dama, e corteggiata come una regina.
Allorchè Elena, appena finito di desinare, correva ad accendere tutte le candele del suo spogliatoio, e si abbigliava per andare a passare la sera a teatro, alla Filarmonica, o in società, il marito rimaneva un po’ triste, pensando al tempo in cui ella era tutta per lui, alle serate intime della Rosamarina. Gli pareva che degli estranei che lo salutavano appena, della musica che non capiva, dei piaceri che non divideva, gli rubassero qualche cosa della sua donna, un pensiero, un’attenzione, qualche momento di allegria, e forse anche di ebbrezza. Egli provava una voluttà amara ad analizzare, colla delicata percezione della sua natura quasi femminea, quelle sfumature dei sentimenti di Elena che si dileguavano da lui. Poi, come la vedeva ricomparire in gala, raggiante di sapersi così bella, le sorrideva,