Pagina:Verga - Il marito di Elena.djvu/266

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di cui tutte le ore erano prese, ripiene di distrazioni diverse, di allettamenti che si eludevano scambievolmente. Sì, era stata educata come una principessa, don Liborio l’aveva detto. Aveva bisogno di vivere a quel modo, ciò la rialzava nella sua stima stessa, l’avrebbe resa più fiera e invulnerabile, rialzava anche lui, il marito che gliene dava il mezzo. Oltre la sensibilità pericolosa, ella aveva anche nel cuore le delicatezze squisite. Ella avrebbe pensato a Cesare che l’amava come ella voleva essere amata, che viveva solo per lei, pel lusso in cui la faceva brillare, per le gioie che le procurava, che racchiudeva tutta la sua gioia, tutti gli splendori della sua vita, tutte le feste del suo cuore nel sorriso che le stava sul labbro, quando entrava nel suo studiolo, accompagnata dal fruscio superbo della sua veste, per dirgli — Ancora alzato? Povero Cesare!

Dalle finestre lucenti le ombre nere degli uomini, i profili eleganti delle signore, si