Pagina:Verga - Novelle, 1887.djvu/184

Da Wikisource.
174 le storie

nestre ch’erano stati ben chiusi il giorno innanzi — che si udivano gemiti dell’altro mondo, e scrosci di risa da far venire la pelle d’oca al più ardito scampaforche che avesse tenuto alabarda e vestito arnese. Donna Isabella avea risposto che, fra lei e un marito come, al vedere, prometteva esserlo don Garzia, ella non avrebbe avuto paura di tutte le streghe di Spagna e di Sicilia, nè di tutti i diavoli dell’inferno. Ed era donna da tener parola.

La prima volta che si svegliò nel letto dove avea dormito l’ultima notte la povera donna Violante, mentre Grazia, la cameriera della prima moglie del barone, le recava il cioccolatte e apriva le finestre, ancora mezzo addormentata, domandò svogliatamente:

— E così, come va che gli spiriti non hanno ballato il trescone di benvenuto alla nuova castellana?

— Non s’è sentito stanotte?... rispose