Pagina:Verne - Il giro del mondo in ottanta giorni, Milano, Treves, 1873.djvu/107

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agone, di cui mistress Auda occupava il miglior posto, correvano a tutto vapore verso Benares.

Ottanta miglia al più separano questa città da Allahabad, e furono percorse in due ore.

Durante questo tragitto, la giovane donna si riebbe completamente; i vapori assopiti del hang si dissiparono.

Quale fu mai la sua meraviglia nel trovarsi sulla ferrovia, in quel compartimento, coperta da vestimenta europee, in mezzo a viaggiatori che le erano assolutamente sconosciuti!

Dapprima, i suoi compagni le prodigarono le loro cure e la rianimarono con qualche goccia di liquore; quindi il brigadiere generale le raccontò la di lei storia. Egli insistette sull’abnegazione di Phileas Fogg, che non aveva esitato a porre in gioco la sua vita per salvarla, e sul modo con cui l’avventura era stata risolta, mercè l’audace immaginazione di Gambalesta.

Il signor Fogg lasciò dire senza pronunciare una parola. Gambalesta, tutto vergognoso, ripeteva che «non ne valeva la pena.»

Mistress Auda ringraziò i suoi salvatori con effusione, con le lagrime più che con le parole. I suoi begli occhi, meglio che le sue labbra, furono interpreti della sua riconoscenza. Indi ricondotta dal pensiero alle scene del sutty, i suoi sguardi rividero quella terra indiana dove tanti pericoli l’aspettavano ancora, e fu colta da un fremito di terrore.

Phileas Fogg comprese quel che accadeva nella mente di mistress Auda, e per rassicurarla le offrì, molto freddamente peraltro, di condurla a Hong-Kong, ove ella soggiornerebbe finchè quell’affare si fosse