Pagina:Verne - Il giro del mondo in ottanta giorni, Milano, Treves, 1873.djvu/143

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CAPITOLO XIX.


Nel quale Gambalesta piglia un interesse troppo vivo pel suo padrone, e quel che ne succede.


Hong-Kong non è che un isolotto, di cui il trattato di Nanking, dopo la guerra del 1842, assicurò il possesso all’Inghilterra. In pochi anni il genio colonizzatore della Gran Brettagna vi aveva fondato una città importante e creato un porto, il porto Vittoria. Quest’isola è situata alla foce del fiume Canton, e sessanta miglia soltanto la separano dalla città portoghese di Macao, fabbricata sull’altra riva. Hong-Kong doveva necessariamente vincere Macao in una lotta commerciale, ed ora la maggior parte del transito cinese si fa per la città inglese. Docks, ospedali, wharfs (scali), magazzini di deposito, una cattedrale gotica, un government-house (palazzo del governo), vie alla Macadam, tutto farebbe credere che una delle città commerciali delle contee di Kent o di Surrey, attraversando lo sferoide terrestre, sia venuta a sbucare in questo punto della Cina, quasi a’ suoi antipodi.

Gambalesta, con le mani in tasca, si recò dunque verso il porto Vittoria, guardando i palanchini, le carriole