Pagina:Verne - Il giro del mondo in ottanta giorni, Milano, Treves, 1873.djvu/156

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Fix, sbalordito, teneva dietro. Si sarebbe detto che un filo lo legava a quest’uomo.

Tuttavia, la sorte sembrò veramente abbandonare colui cui aveva tanto favorito sin allora. Il signor Fogg percorse il porto in tutti i sensi, durante tre ore, deciso, all’occorrenza, a noleggiare egli solo una nave per trasportarlo a Yokohama; egli non vide che delle navi in carico e in iscarico, e che, quindi, non potevano partire. Fix riprese a sperare.

Però il signor Fogg non si sconcertava, e stava per continuare le sue ricerche, dovess’anco spingersi sino a Macao, quando fu avvicinato da un marinaio.

«Vostro Onore cerca un battello? gli disse il marinaio scappellandosi.

— Avete un battello pronto a partire? chiese il signor Fogg.

— Sì, Vostro Onore, un battello-pilota, N. 43, il migliore della flottiglia.

— Cammina bene?

— Tra le otto o le nove miglia. Volete vederlo?

— Sì.

— Vostro Onore sarà soddisfatto. Si tratta di una gita in mare?

— No. Di un viaggio.

— Un viaggio?

— Vi assumete di condurmi a Yokohama?

Il marinaio, a queste parole, rimase con le braccia penzoloni e gli occhi spalancati.

— Vostro Onore vuol ridere? diss’egli.

— No! ho perduto la partenza del Carnatic, e mi occorre di essere il 14 al più tardi a Yokohama per prendere il piroscafo di San Francisco.