Pagina:Verne - Il giro del mondo in ottanta giorni, Milano, Treves, 1873.djvu/175

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Gambalesta doveva egli raccontare queste cose al suo padrone? Conveniva informarlo della parte avuta da Fix in quell’affare? Non sarebbe forse meglio aspettare il suo arrivo a Londra, per dirgli che un agente della polizia metropolitana lo aveva seguito intorno al mondo, e per riderne con lui? Sì, senza dubbio; ad ogni modo, era cosa da esaminare. Il più urgente era di andare dal signor Fogg e fargli accettare le sue scuse per quella inqualificabile condotta.

Gambalesta si alzò dunque. Il buon ragazzo, dalle gambe tuttora poco solide, arrivò alla bell’e meglio a poppa della nave.

Sul ponte, egli non vide nessuno che rassomigliasse nè al suo padrone, nè a mistress Auda.

— Ho capito! pensò egli, mistress Auda è ancora coricata a quest’ora; quanto al signor Fogg, egli avrà trovato qualche giuocatore di whist, e secondo la sua abitudine....

In così dire, Gambalesta scese nel salone. Il signor Fogg non c’era. Gambalesta non aveva che una cosa a fare: domandare al purser (contabile) quale camerino occupava il signor Fogg. Il purser gli rispose che non conosceva nessun passaggiero di questo nome.

— Ma sì, disse Gambalesta. Un gentleman alto, freddo, poco comunicativo, accompagnato da una giovane signora....

— Non abbiamo nessuna giovane signora a bordo, rispose il purser. E poi, ecco qui l’elenco dei passaggieri. Potete consultarlo.

Gambalesta consultò l’elenco.... Il nome del suo padrone non vi