Pagina:Verne - Il giro del mondo in ottanta giorni, Milano, Treves, 1873.djvu/176

Da Wikisource.

figurava!

Egli si sentì come un capogiro. Indi un’idea gli attraversò il cervello.

— Oh che! sono o non sono sul Carnatic?

— Sì, rispose il purser.

— In via per Yokohama?

— Per l’appunto.

Gambalesta aveva avuto per un istante il timore di essersi sbagliato di nave! Ma se egli era sul Carnatic, era certo che il suo padrone non vi si trovava.

Gambalesta si abbandonò sopra un seggiolone. Era un colpo di fulmine. E d’un subito la luce si fece in lui. Egli si ricordò che l’ora di partenza del Carnatic era stata anticipata, ch’egli doveva avvertirne il suo padrone, che non lo aveva fatto, e che era colpa sua se il signor Fogg e mistress Auda avevano mancato alla partenza!

Colpa sua, sì, ma ancor più colpa di quel traditore che, per separarlo dal suo padrone, per tener questi a Hong-Kong, lo aveva ubbriacato! Giacchè egli capì finalmente la manovra dell’ispettore di polizia. Ed ora il signor Fogg, certissimamente rovinato, la sua scommessa perduta, arrestato, incarcerato forse!... Gambalesta a questo pensiero si strappava i capelli. Ah! se Fix gli capitasse sotto la mano, che resa di conti!

Finalmente, Gambalesta dopo il primo momento di abbattimento ripigliò il suo sangue freddo e studiò la situazione. Poco invidiabile, in verità. Egli si trovava in via pel Giappone. Certo di giungervi, in che modo ne tornerebbe via? Aveva le tasche vuote. Non uno scellino, non un penny. Meno male che il suo passaggio e il suo vitto a bordo erano pagati. Egli aveva cinque o sei giorni dinanzi a sè per riflettere e pigliare una determinazione. Quel ch’ei mangiò e bevve in quel tragitto non si potrebbe descrivere. Egli mangiò