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12 il giro del mondo

tino fino alla mezzanotte, — ora in cui si coricava il metodico gentleman, — tutto era notato, previsto, regolarizzato. Gambalesta meditò con gioia quel programma e se ne impresse nella mente i diversi articoli.

Quanto alla guardaroba del signore, essa era assai ben fornita e meravigliosamente ordinata. Ogni pantalone, abito o panciotto portava un numero d’ordine riprodotto sopra un registro di entrata e di uscita indicante la data in cui, secondo la stagione, i suoi vestiti dovevano essere volta a volta portati. Stessa norma per le calzature.

Insomma, in quella casa di Saville-row, — che doveva essere il tempio del disordine all’epoca dell’illustre ma dissipatore Sherindan, — arredamento, che annunziava una bella agiatezza. Nessuna biblioteca, nessun libro: sarebbero stati senza utilità pel signor Fogg, giacchè il Reform-Club metteva a sua disposizione due biblioteche, una consacrata alle belle lettere, l’altra al diritto ed alla politica.

Nella camera da letto stava una cassa-forte di mezzana grandezza, che per la sua costruzione era guarentita dagl’incendi al pari che dai ladri. Non c’erano armi in casa, e neppure utensili da caccia o da guerra. Tutto vi dinotava le abitudini più pacifiche.

Dopo aver esaminato minutamente quell’abitazione, Gambalesta si fregò le mani; la sua larga faccia si spianò ed egli ripetè giocondamente:

«La mi va d’incanto! ecco quel che cercavo! C’intenderemo perfettamente, il signor Fogg ed io! un uomo casalingo e regolato! Una vera macchina! Ebbene, sono felicissimo di servire una macchina!»