Pagina:Verne - L'isola misteriosa, Tomo I, Milano, Guigoni, 1890.pdf/101

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Harbert non s’ingannava. Dopo pochi minuti l’animale risalì a gala. Top d’un balzo gli fu addosso e gl’impedì di tuffarsi nuovamente. Poco stante il cabiaj trascinato fino alla sponda, veniva accoppato da un colpo di bastone di Nab.

— Evviva! esclamò Pencroff, il quale adoperava volentieri questo grido di trionfo. Un solo carbone ardente e questo roditore sarà rosicchiato fino alle ossa! Pencroff si caricò sulle spalle il cabiaj, e giudicando dall’altezza del sole essere oramai le due ore, diede il segnale del ritorno.

L’istinto di Top non fu inutile ai cacciatori, i quali, grazie all’intelligente animale, poterono trovare la via già percorsa.

Mezz’ora dopo essi giungevano al gomito del fiume.

Come avea fatto la prima volta, Pencroff formò rapidamente una zattera di legno, benchè mancando il fuoco gli paresse fatica sciupata, ed affidò il tutto alla corrente. A questo modo si tornò ai Camini.

Ma il marinajo non era a cinquanta passi, che s’arrestava, mandava ancora un evviva formidabile, e stendendo la mano verso l’angolo della ripa scoscesa, gridava:

— Harbert, Nab, osservate!

Un nugolo di fumo sfuggiva turbinando di mezzo alle roccie.


CAPITOLO X.


Un’invenzione dell’ingegnere — La questione che inquieta Cyrus Smith — La partenza per la montagna — La foresta — Terra vulcanica — I mufloni — Il primo altipiano — L’attendamento per la notte — La cima del cono.

Alcuni istanti dopo i tre cacciatori si trovavano innanzi al focolare che scoppiettava. Cyrus Smith ed il reporter erano là. Pencroff li guardava entrambi senza dir parola col suo cabiaj in mano.