Pagina:Verne - L'isola misteriosa, Tomo I, Milano, Guigoni, 1890.pdf/125

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diano di questa città, meridiano che è all’incirca quello di Washington.

— Senza dubbio.

— Ebbene, conservatelo così, contentatevi di dargli corda esattamente, ma non toccate le freccie: ciò potrebbe servirci.

— A qual uso? pensò il marinajo.

Si mangiò e tanto che la provvista di selvaggina o mandorle fu esaurita, ma Pencroff non fu punto in quieto pensando che si rifarebbero le provvigioni per via.

Top, che aveva avuto una porzione congrua, saprebbe ben scovare qualche altra selvaggina nei boschi. Inoltre il marinajo pensava a domandare semplicemente all’ingegnere di fabbricar della polvere, un paio di fucili da caccia, ed immaginava che ciò non dovesse trovare alcuna difficoltà. Lasciando l’altipiano, Cyrus Smith propose ai compagni di prendere una nuova via per tornare ai Camini. Egli desiderava di conoscere il lago Grant, così splendida mente incorniciato fra gli alberi. Fu dunque seguíta la cresta d’uno dei contrafforti, fra i quali probabilmente traeva origine il rivo che lo alimentava. Cianciando, i coloni adoperavano già i nomi propri che avevano scelto, e ciò rendeva singolarmente facile lo scambio delle loro idee. Harbert e Pencroff, l’uno giovane ed un po’ fanciullo l’altro, eran felici. Per via il marinajo diceva:

— Che ne dici, Harbert? La va a meraviglia! non è possibile perderci, fanciullo mio; sia che seguiamo la via del lago Grant o sia che giungiamo alla Grazia attraverso i boschi di Far-West, arriveremo necessariamente all’altipiano di Lunga-Vista e poi alla baja dell’Unione.

Era stato convenuto che, senza formare un drappello compatto, i coloni non si allontanerebbero troppo gli uni dagli altri. Certamente qualche pericoloso ani-