Pagina:Verne - L'isola misteriosa, Tomo I, Milano, Guigoni, 1890.pdf/128

Da Wikisource.

domandato sopra che cosa fondasse questa stima, egli rispose:

— Semplicissimamente su ciò, che immergendo la mano in quest’acqua, io non ho provato alcuna sensazione di freddo o di caldo; dunque essa ha la medesima temperatura del corpo umano, vale a dire circa novantacinque gradi.

Siccome la sorgente sulfurea non offriva alcun utile presente, i coloni si diressero verso il fitto lembo della foresta che si svolgeva a qualche centinajo di passi.

Colà, come avevano immaginato, il ruscello scorreva vivo e limpido tra gli argini di terra rossa, il cui colore indicava la presenza dell’ossido di ferro. Codesto colore procurò immediatamente al corso d’acqua il nome di Rivo Rosso.

Era solo un largo rigagnolo, profondo e limpido, formato dalle acque della montagna; partecipava del rio e del torrente, e qui scorreva placido sulla sabbia, colà muggiva fra le roccie e si precipitava in cascatelle, correndo verso il lago per un buon miglio e mezzo di lunghezza e con una larghezza variabile dai trenta ai quaranta piedi; le sue acque erano dolci: il che dovea far supporre che tali fossero pure le acque del lago; cosa fortunata per il caso si potesse trovare sulla sponda un’abitazione più comoda dei Camini. Quanto agli alberi, che qualche centinajo di piedi più sotto ombreggiavano le sponde del rio, appartenevano in gran parte alle specie che abbondano nella zona moderata dell’Australia e della Tasmania, e non più a quelle conifere che facevano irta la porzione dell’isola già esplorata a qualche miglio dall’altipiano di Lunga Vista. A quel tempo dell’anno, al principio del mese d’aprile, che in quell’emisfero rappresenta il mese d’ottobre, vale a dire in autunno, il fogliame non mancava loro ancora. Erano più specialmente casuarine od eucalyptus, al-