Pagina:Verne - L'isola misteriosa, Tomo I, Milano, Guigoni, 1890.pdf/131

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jeri, pur troppo la guerra è vecchia quanto la razza umana.

— In fede mia, è vero, rispose il marinajo; io parlo sempre troppo presto: scusate.

Frattanto Harbert, tutto dedito alla sua scienza favorita, la scienza naturale, tornò ai kanguri, dicendo:

— Del resto, noi abbiamo avuto da fare colla specie più difficile a prendere: erano giganti dal lungo pelame grigio; ma, se non m’inganno, esistono kanguri neri e rossi, kanguri da roccie, ed altri, di cui è più facile impadronirsi. Se ne contano una dozzina di specie.

— Harbert, rispose sentenziosamente il marinajo, non esiste per me che una sola specie di kanguro, il kanguro arrosto, ed è quello appunto che ci mancherà stasera.

Non si potè trattenersi dal ridere, intendendo la classificazione di Pencroft. Il bravo marinajo non nascose quanto gli dolesse di essere ridotto a desinare coi fagiani cantori; ma la fortuna doveva mostrarsi ancora una volta compiacente per lui.

Infatti Top, che sentiva andarci di mezzo il suo interesse, frugava per ogni dove, con istinto cresciuto da un appetito feroce. Era anche probabile che se qualche selvaggina gli cadesse sotto i denti, non ne restasse nulla ai cacciatori, poichè Top andava allora a caccia per conto suo; ma Nab lo sorvegliava, e fece bene. Verso le tre il cane sparve nei cespugli, e sordi grugniti indicarono poco dopo ch’esso era alle prese con qualche animale. Nab si slanciò, ed infatti vide Top che divorava avidamente un quadrupede, che dieci minuti più tardi sarebbe stato impossibile riconoscere nello stomaco del cane; ma per buona sorte Top era caduto sopra una nidiata, aveva fatto colpo triplice, e, due altri roditori — gli animali appartenevano a quest’ordine — giacevano stran-