Pagina:Verne - L'isola misteriosa, Tomo I, Milano, Guigoni, 1890.pdf/144

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e alla quale si diede il nome di Jacamar, in ricordanza del volatile che Pencroft aveva inseguito nella prima esplorazione. Quella selvaggina fu mangiata fresca, ma vennero conservate le coscie del cabiaj, che dopo essere state aromatizzate con foglie adoranti vennero affumicate a fuoco di legna verde. Peraltro questo nutrimento molto fortificante era sempre la stessa cosa: arrosto, e non altro che arrosto; i commensali avrebbero avuto caro di intendere canticchiare nel focolare una pentola: ma bisognava aspettare che il vaso fosse fabbricato, e perciò che fosse prima costrutto il forno.

In quelle escursioni, che venivano fatte in un raggio molto ristretto intorno alla fornace, i viaggiatori poterono accertare il passaggio d’animali recenti di grossa statura ed armati di poderose zampe, ma non ne poterono riconoscere la specie. Cyrus Smith raccomando estrema prudenza, essendo probabile che la foresta contenesse qualche belva pericolosa; e ben fece.

In fatti, Gedeone Spilett ed Harbert videro un giorno un animale che rassomigliava ad un jaguaro. Per buona sorte la belva non li assalì, altrimenti non se la sarebbero cavata senza qualche grave ferita. Ma appena avesse un’arma seria, vale a dire uno di quei fucili desiderati da Pencroff, Gedeone Spilett si prometteva di fare agli animali feroci guerra accanita, e di purgarne l’isola.

I Camini in questi giorni non furono accomodati meglio, poichè l’ingegnere faceva conto di scoprire o di fabbricare un’abitazione più conveniente.

Si stette paghi a stendere sulla sabbia dei corridoj un fresco strame di musco e di foglie secche, e su quei letti, alquanto primitivi, i lavoratori, stanchissimi, dormivano a meraviglia.

Fu pure fatto il conto dei giorni passati nell’isola Lincoln, dacchè i coloni vi avevano approdato, e se ne tenne in seguito nota regolare. Il 5 aprile, un mer-