Pagina:Verne - L'isola misteriosa, Tomo I, Milano, Guigoni, 1890.pdf/158

Da Wikisource.

un continente. Fra un’ora lo sapremo; io non ho carta del Pacifico, ma la mia memoria ha conservato un ricordo esattissimo della sua parte meridionale. La latitudine avuta jeri mette l’isola Lincoln in faccia alla Nuova Islanda, all’ovest, e dalla costa del Chilì, all’est; ma fra queste due terre la distanza è almeno di seicento miglia. Rimane dunque a determinare qual punto occupi l’isola su quel largo spazio di mare, ed è ciò che la longitudine ne dirà fra breve e spero con sufficiente approssimazione.

— Non è l’arcipelago delle Pomotu, domandò Harbert, che è più vicino a noi in latitudine?

— Sì, rispose l’ingegnere, ma la distanza che ce ne separa è di oltre mille dugento miglia.

— E da questa parte? disse Nab, il quale seguiva la conversazione con estremo interesse, indicando colla mano la direzione del sud.

— Da questa parte nulla, rispose Pencroff.

— Nulla infatti, aggiunse l’ingegnere.

— Ebbene, Cyrus, domandò il reporter, se l’isola Lincoln non si trova che a due o trecento miglia dalla Nuova Zelanda o dal Chilì?....

— Ebbene, rispose l’ingegnere, invece di fare una casa, faremo un battello, e mastro Pencroff s’incaricherà di manovrarlo.

— Ed io, signor Cyrus, esclamò il marinajo, sono pronto a diventar capitano appena abbiate trovato il modo di costrurre una scialuppa che possa stare in mare.

— La faremo, se è necessario, rispose Cyrus Smith.

Ma intanto che questi uomini, invero non dubitosi di nulla, cianciavano, si accostava l’ora in cui doveva essere fatta l’osservazione. Come farebbe Cyrus Smith per accertare il passaggio del sole al meridiano dell’isola senza nessun istrumento? È ciò che Harbert non poteva indovinare.

Gli osservatori si trovavano allora ad una distanza