Pagina:Verne - L'isola misteriosa, Tomo I, Milano, Guigoni, 1890.pdf/160

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più facile il seguirne le modificazioni. In fatti più grande è la freccia d’un quadrante, più si può tener dietro facilmente allo spostamento della punta. L’ombra della bacchetta altro non era che la freccia d’un quadrante.

Quando credette giunto il momento, Cyrus Smith s’inginocchiò sulla sabbia, e per mezzo di piccole biffe di legno, che conficcò a terra, cominciò a segnare la successiva decrescenza dell’ombra della bacchetta. I compagni, curvi alle sue spalle, seguivano l’operazione con estremo interesse. Il reporter teneva in mano il cronometro, pronto a rilevar l’ora che segnerebbe quando l’ombra fosse ridotta al punto più breve: inoltre, siccome Cyrus Smith operava il 16 aprile, giorno in cui il tempo vero ed il tempo medio si confondono, l’ora data da Gedeone Spilett doveva essere l’ora vera di Washington: il che doveva semplificare il calcolo.

Frattanto il sole s’avanzava lentamente, l’ombra della bacchetta scemava a poco a poco, e quando parve a Cyrus Smith che incominciasse a crescere, domandò:

— Che ora è?

— Le cinque ed un minuto, rispose subito Gedeone Spilett.

Più non rimaneva che far l’operazione, che era invero facilissima. Si avevano cinque ore di differenza fra il meridiano di Washington e quello dell’isola Lincoln, vale a dire che era mezzodì all’isola Lincoln, quando a Washington erano già le 5 pomeridiane. Ora il sole, nel suo movimento apparente intorno alla terra, percorre un grado ogni quattro minuti, ossia 15 gradi all’ora; 15 gradi moltiplicati per 5 ore danno 75 gradi.

Adunque, trovandosi Washington a 77°, 3’ 11", vale a dire a 77 gradi contati dal meridiano di Greenwich, che gli Americani e gl’Inglesi prendono per punto