Pagina:Verne - L'isola misteriosa, Tomo I, Milano, Guigoni, 1890.pdf/178

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e non dovevano tardare a giungere alla parte già riconosciuta.

L’ingegnere era molto meravigliato non vedendo alcun indizio dello sbocco del soverchio dell’acqua. Il reporter ed il marinajo ragionavano con lui, ed egli non dissimulava il proprio stupore.

In quella Top, che era stato fino allora tranquillissimo, diede segni di agitazione. L’intelligente animale andava e veniva sull’argine, si arrestava d’improvviso e guardava le acque con una zampa levata, come se vedesse qualche invisibile selvaggina; poi abbajava con furore, braccheggiando, per così dire, e si taceva improvvisamente. Nè Cyrus Smith, nè i compagni avevano sulle prime fatto attenzione a codesto armeggio di Top; ma i latrati del cane divennero presto così frequenti che l’ingegnere se ne inquieto.

— Che ha Top? domandò egli.

Il cane fece molti salti verso il suo padrone, mostrando un’inquietudine vera, e si slanciò di nuovo verso l’argine. Poi d’un tratto si precipitò nel lago.

— Qui, Top! gridò Cyrus Smith, il quale non voleva che il cane s’avventurasse su quelle acque sospette.

— Che vi è qui sotto? domandò Pencroff esaminando la superficie del lago.

— Top avrà sentito qualche anfibio, rispose Harbert.

— Un alligatore senza dubbio, disse il reporter.

— Non credo, rispose Cyrus Smith, gli alligatori non s’incontrano che nelle regioni meno elevate in latitudine.

Frattanto Top era tornato, al richiamo del suo padrone, sull’argine, ma non poteva star fermo. Saltava in mezzo alle alte erbe e, guidato dal proprio istinto, pareva seguire qualche essere invisibile che si fosse cacciato sotto le acque del lago rasentandone le sponde. Pure le acque erano tranquille e non una ruga ne turbava la superficie. Molto tempo i coloni rimasero sul-