Pagina:Verne - L'isola misteriosa, Tomo I, Milano, Guigoni, 1890.pdf/179

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l’argine e l’osservarono attentamente. Non videro nulla; ci stava sotto qualche mistero. L’ingegnere era in grande imbarazzo.

— Proseguiamo l’esplorazione, diss’egli.

Mezz’ora dopo erano tutti arrivati all’angolo sud-est del lago e si trovavano sull’altipiano medesimo di Lunga Vista. Allora l’esame delle rive del lago doveva riputarsi terminato, e nondimeno l’ingegnere non aveva potuto scoprire da qual parte e come avvenisse lo scaricamento delle acque.

— Pure questo sbocco esiste, ripeteva egli, e, posto che non è esterno, bisogna che sia scavato entro la massa granitica della costa.

— Ma quale importanza date voi al saper questo? domandò Gedeone Spilett.

— Un’importanza grande, rispose l’ingegnere, poichè se lo sbocco avviene attraverso il masso è possibile che vi si trovi qualche cavo da potersi rendere abitabile dopo di aver fatto deviare le acque.

— Ma non è possibile, signor Cyrus, che le acque scorrano nel fondo medesimo del lago e che vadano in mare per un condotto sotterraneo?

— Può essere anche questo, rispose l’ingegnere, e se così è, saremo obbligati di fabbricare la nostra casa noi stessi, poichè la natura non ha fatto le prime spese di costruzione.

I coloni si disponevano adunque ad attraversare l’altipiano per tornarsene ai Camini, essendo già le cinque pomeridiane, quando Top diede nuovi segni di agita zione. Egli latrava con rabbia, e prima che il suo padrone avesse potuto trattenerlo, si precipitò un’altra volta nel lago. Tutti corsero verso l’argine. Il cane era già lontano venti piedi, e Cyrus Smith lo richiamava vivamente, quando emerse dalla superficie delle acque, che non parevano profonde in quel luogo, una testa enorme.

Harbert riconobbe subito la specie di anfibio a cui