Pagina:Verne - L'isola misteriosa, Tomo I, Milano, Guigoni, 1890.pdf/180

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apparteneva quella testa conica dai grossi occhi e decorata di lunghi peli in forma di mustacchi.

— Un lamantino! esclamò.

Non era già un lamantino, ma una varietà di questa specie, compresa nell’ordine dei cetacei, che porta il nome di dugongo, poichè le sue narici erano aperte nella parte superiore del muso. L’enorme animale si era fatto addosso al cane, che voleva evitarlo invano tornando verso l’argine. Il suo padrone non poteva far nulla per salvarlo, e prima ancora che fosse venuto in mente di Gedeone Spilett o di Harbert di armare i loro archi, Top, afferrato dal dugongo, spariva sott’acqua.

Nab col suo spiedo di ferro in mano volle muovere in ajuto del cane, determinato a lottare col formidabile animale nel suo proprio elemento.

— No, Nab, disse l’ingegnere trattenendo il coraggioso servitore.

Frattanto avveniva una lotta sott’acqua, inesplicabile lotta, poichè in siffatte condizioni Top non poteva evidentemente resistere; lotta che doveva essere terribile, come appariva dal gorgogliare dell’acqua; lotta infine che doveva necessariamente finire colla morte del cane. Ma ad un tratto, in mezzo ad un cerchio di schiuma, si vide apparire Top. Lanciato in aria da qualche incognita forza, egli si elevò dieci piedi sopra la superficie del lago, ricadde sopra le acque e fu presto sull’argine senza gravi ferite, salvo miracolosamente.

Cyrus Smith ed i compagni guardavano senza comprendere. Cosa ancor meno inesplicabile, si avrebbe detto che la lotta continuasse sott’acqua; senza dubbio, il dugongo, assalito da qualche poderoso animale, dopo aver lasciato il cane, combatteva per proprio conto.

Ma ciò non durò un pezzo. Le acque si tinsero di sangue, ed il corpo del dugongo, emergendo da una