Pagina:Verne - L'isola misteriosa, Tomo I, Milano, Guigoni, 1890.pdf/184

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— Ma è una spiaggia di granito! fece osservare il reporter.

— Ebbene, io farò saltare in aria il granito, e le acque, sboccando, s’abbasseranno tanto da scoprire l’orificio.

— E formeranno una cascata cadendo sul greto.

— Una cascata di cui trarremo partito! rispose Cyrus; venite, venite!

L’ingegnere trasse il compagno, la cui confidenza in Cyrus Smith era tanta che più non dubitava della riuscita dell’impresa. Pure, come aprire la spiaggia di granito? come spaccare quelle roccie senza polvere e con strumenti imperfetti! Non era forse questo un lavoro superiore alle loro forze?

Quando Cyrus Smith ed il reporter rientrarono nei Camini vi trovarono Harbert e Pencroff occupati a scaricare la legna.

— I boscajoli hanno quasi finito, signor Cyrus, disse il marinajo ridendo, e quando avrete bisogno di muratori....

— Di muratori no, ma di chimici.

— Sì, aggiunse reporter, noi faremo saltare in aria l’isola.

— Saltare in aria l’isola? esclamò Pencroff.

— Almeno in parte, soggiunse Gedeone Spilett.

— Ascoltate, amici, disse l’ingegnere.

Ed egli fece loro conoscere il risultato delle proprie osservazioni. Secondo lui, una cavità più o meno considerevole doveva esistere nel granito che sopportava l’altipiano di Lunga Vista, e pretendeva d’arrivare fino ad essa. Per far ciò bisognava innanzi tutto liberare l’apertura per cui si precipitavano le acque; per conseguenza abbassare il loro livello, aprendo un più largo sbocco. D’onde la necessità di fabbricare una sostanza esplosiva; ed è ciò che Cyrus Smith voleva tentare col mezzo dei minerali che la natura metteva a sua disposizione. È inutile dire con quale