Pagina:Verne - L'isola misteriosa, Tomo I, Milano, Guigoni, 1890.pdf/185

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entusiasmo tutti, e Pencroff in ispecial modo, accolsero tale disegno. Adoperare i grandi mezzi, sventrare il granito, formare una cascata; tutte cose che andavano a genio al marinajo, il quale era disposto ad esser chimico al par di muratore, poichè l’ingegnere aveva bisogno di chimici. “Era pronto a di venire ciò che volesse, anche professore di danza e di belle maniere!” disse a Nab, se ciò diveniva necessario.

Nab e Pencroff furono dapprima incaricati di estrarre il grasso del dugongo e di serbarne la carne, che doveva essere destinata all’alimentazione. Essi partirono subito senza nemmanco domandare maggiori spiegazioni. La confidenza che avevano nell’ingegnere era assoluta. Alcuni istanti dopo Cyrus Smith, Harbert e Gedeone Spilett, tirandosi dietro il graticcio e risalendo il fiume, si diressero verso lo strato di carbon fossile in cui abbondavano quelle piriti schistose che s’incontrano infatti ne’ più recenti terreni di transizione e di cui Cyrus Smith aveva già portato un campione. Tutta la giornata fu spesa a portare una certa quantità di quelle piriti ai Camini. Alla sera ve n’erano molte tonnellate.

Il domani, 8 maggio, l’ingegnere incominciò le sue manipolazioni. Quelle piriti schistose erano principalmente composte di carbone, di silice, di allumina e di solfuro di ferro. Siccome quest’ultimo sovrabbondava, si trattava d’isolarlo e di trasformarlo in solfato il più presto possibile. Ottenuto il solfato, se ne estrarrebbe l’acido solforico. Era infatti lo scopo da raggiungere. L’acido solforico è uno degli agenti più adoperati e l’importanza industriale d’una nazione può misurarsi dal consumo che ne fa. Quest’acido doveva più tardi essere estremamente utile ai coloni per la fabbricazione delle candele, per la concia delle pelli, ecc.; ma per ora l’ingegnere lo destinava ad altro ufficio.