Pagina:Verne - L'isola misteriosa, Tomo I, Milano, Guigoni, 1890.pdf/186

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Cyrus Smith scelse dietro i Camini un luogo in cui il terreno fosse eguagliato con gran cura; quivi collocò un mucchio di rami e di legna triturata, su cui furono posti pezzi di schisto piritosi appoggiati gli uni contro gli altri, poscia il tutto fu ricoperto d’un sottile strato di piriti, prima ridotti alla grossezza d’una noce; ciò fatto, fu dato fuoco alla legna, il cui calore si comunicò agli schisti, che s’accesero, essendochè contenevano carbone e zolfo; allora nuovi strati di piriti pestate furono disposti in modo da formare un mucchio enorme, che fu esternamente tappezzato di terra e d’erbe, dopo che vi furon fatti alcuni sfiatatoi come se si fosse trattato di carbonizzare una catasta di legna.

Si lasciò che la trasformazione si compisse da sè, e non bisognarono meno di dieci а dodici giorni, perchè il solfuro di ferro fosse mutato in solfato di ferro e l’allumina in solfato di allumina, due sostanze egualmente solubili, mentre le altre, silice, carbone bruciato e ceneri, non lo sono.

Intanto che si compiva questo chimico lavoro, Cyrus Smith fece fare altre operazioni. Ci si metteva più che dello zelo, accanimento.

Nab e Pencroff avevano raccolto il grasso del dugongo in grandi giarre di terra. Si trattava ora di isolare uno degli elementi del grasso, la glicerina, saponificandola, e ad ottenere simile risultato bastava trattarlo colla soda o colla calce. Infatti l’una o l’altra di queste sostanze, dopo d’aver attaccato il grasso, formerebbe sapone, isolando la glicerina, ed era appunto questa glicerina che Cyrus Smith voleva ottenere. Si sa che non gli mancava la calce. Solamente il trattamento colla calce doveva dare saponi calcarei insolubili, e perciò inutili, mentre il trattamento colla soda fornirebbe invece un sapone solubile che servirebbe al bucato domestico. Ora, da uomo pratico, Cyrus Smith doveva cercare di ottenere della soda.