Pagina:Verne - L'isola misteriosa, Tomo I, Milano, Guigoni, 1890.pdf/187

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Era difficile? No, perchè abbondavano sulla spiaggia le piante marine, solicornie, ficoidi e tutte quelle fucacee che formano le alghe. Venne dunque raccolta gran quantità di tali piante, che furon prima fatte seccare, poi bruciate entro fosse all’aria aperta. La combustione di codeste piante fu mantenuta diversi giorni in guisa che il calore s’elevasse tanto da fondere le ceneri, ed il risultato dell’incenerimento fosse una massa compatta, grigiastra, da gran tempo conosciuta col nome di “soda naturale.”

Ottenuto codesto risultato, l’ingegnere trattò il grasso colla soda: il che diede da una parte un sapone solubile e dall’altra quella sostanza neutra, detta glicerina. Ma non era tutto, abbisognava ancora a Cyrus Smith, in vista della sua preparazione futura, un’altra sostanza, l’azotato di potassa, che è più conosciuto sotto il nome di salnitro.

Cyrus Smith avrebbe potuto fabbricare questa sostanza trattando il carbonato di potassa, che si estrae facilmente dalle ceneri dei vegetali, coll’acido azotico; ma gli mancava l’acido azotico, ed in fin dei conti era precisamente quest’acido che egli voleva ottenere. Gli era dunque un circolo vizioso da cui non sarebbe mai uscito, se questa volta la natura stessa non gli avesse fortunatamente dato il salnitro senza che egli avesse da far altra fatica che raccoglierlo. Harbert ne scoprì uno strato al nord dell’isola, ai piedi del monte Franklin, e si dovette solo purificare questo sale. Tali differenti lavori durarono otto giorni circa; erano dunque terminati prima che la trasformazione del solfuro in solfato di ferro si fosse compiuta. Nei giorni che seguirono, i coloni ebbero il tempo di fabbricare dei vasellami con argilla plastica e di costrurre un forno di mattoni d’una speciale disposizione, che doveva servire alla distillazione del solfato di ferro. Tutto ciò fu compiuto verso il 18 maggio all’incirca, nel momento in cui avveniva la trasformazione chimica.