Pagina:Verne - L'isola misteriosa, Tomo I, Milano, Guigoni, 1890.pdf/205

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Codeste camere o meglio questa serie di camere, che formavano il quartiere del Palazzo di Granito, non dovevano occupare tutta la profondità del cavo: doveva esservi di mezzo un corridojo, oltre un lungo magazzino, in cui si avessero a riporre comodamente gli utensili e le provviste e tutti i prodotti raccolti nell’isola, tanto della flora come della fauna, che colà si sarebbero trovati in condizioni eccellenti di conservazione e completamente al riparo dall’umidità. Non mancava lo spazio, ed ogni oggetto poteva essere disposto metodicamente. Inoltre i coloni avevano ancora la piccola grotta situata sopra la gran caverna e che doveva essere come il granajo della nuova abitazione.

Formato questo piano, non rimaneva che metterlo in esecuzione, onde i minatori ridivennero fornaciaj, poi i mattoni furono portati e deposti a’ piedi del Palazzo di Granito. Fino allora Cyrus Smith ed i suoi compagni non avevano avuto ingresso nella caverna se non dall’antico sbocco. Codesto modo di comunicazione li obbligava prima a salire sull’altipiano di Lunga Vista, facendo un giro pel largo del fiume e discendere dugento piedi pel corridojo, poi a risalire d’altrettanto quando dovevano tornare all’altipiano. Da ciò perdita di tempo e gran stanchezza. Cyrus Smith risolvette adunque di procedere senza esitare alla fabbricazione d’una solida scala di corda che, una volta levata, doveva rendere l’ingresso del Palazzo di Granito inaccessibile. Questa scala fu fatta con gran cura di fibre di giunco intrecciate per mezzo di un verricello, onde avevano la solidità d’una grossa corda. Quanto ai gradini, li fornì una specie di cedro rosso dai rami leggeri e resistenti, e l’apparecchio fu lavorato dalla mano maestra di Pencroff.

Altre corde furono egualmente fabbricate con fibre vegetali, ed alla porta fu messa una specie di taglia grossolana. A questo modo i mattoni potevano essere