Pagina:Verne - L'isola misteriosa, Tomo I, Milano, Guigoni, 1890.pdf/212

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— Sì, rispose il reporter, lo vedo bene.

— Ma sono esse abitate?

— Ma!....

La quistione non tardò ad essere risoluta. Quasi subito centinaja d’animaletti simili a conigli se ne fuggirono in tutte le direzioni e con tanta rapidità che lo stesso Top non avrebbe potuto superarli in velocità. Per quanto i cacciatori ed il cane corressero, quei roditori si posero in salvo facilmente.

Ma il reporter era risoluto a non muoversi di lì finchè non avesse fatto prigionieri almeno una mezza dozzina di quei quadrupedi. Egli voleva innanzi tutto fornire la dispensa, salvo ad addomesticare quelli che si piglierebbero più tardi. Con alcuni lacci tesi all’orificio delle tane, l’operazione non poteva fallire; se non che in quel momento non si avevano lacci, nè di che fabbricarne. Bisognò adunque rassegnarsi a visitare ogni tana, a frugarla col bastone, a fare a forza di pazienza ciò che non si poteva fare altrimenti. Finalmente, dopo un’ora di ricerche, quattro roditori erano presi. Erano conigli molto somiglianti ai loro congeneri d’Europa e conosciuti sotto il nome di conigli d’America.

Il prodotto della caccia fu dunque portato al Palazzo di Granito e fe’ parte della cena. Gli ospiti della conigliera non erano da sdegnare ed erano squisitissimi. Fu un prezioso sussidio per la colonia, sussidio che pareva dover essere inesauribile.

Il 31 maggio, i tramezzi erano finiti; più non rimaneva se non ammobiliare le camere: il che doveva essere l’opera dei lunghi giorni d’inverno. Un camino fu posto nella prima camera che serviva di cucina. Il tubo destinato a condurre il fumo al difuori diede un po’ di fatica ai fumisti improvvisati. Parve più semplice a Cyrus Smith di fabbricarlo in terra di mattoni. Siccome non bisognava pensare a dargli uscita dal piano superiore, fu aperto un foro nel