Pagina:Verne - L'isola misteriosa, Tomo I, Milano, Guigoni, 1890.pdf/225

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preceduti da Top saltellante. Si prese la via più certa, e fu di attraversare la Grazia sui ghiacci.

— Ma, fece osservare giustamente il reporter, questo non può sostituire un ponte serio.

La costruzione d’un ponte serio fu dunque notata nella categoria dei lavori futuri. Era la prima volta che i coloni mettevano il piede sulla riva destra della Grazia e si avventuravano in mezzo a quelle grandi e superbe conifere allora coperte di neve.

Ma non avevano percorso un mezzo miglio, quando da una fitta forra fuggiva tutta una famiglia di quadrupedi che vi avevano eletto il domicilio, e che i latrati di Top misero in fuga.

— Ah! si direbbero volpi! esclamò Harbert quando vide tutta la frotta svignarsela frettolosamente.

Erano volpi infatti, ma volpi di grossissima statura, che facevano intendere una specie di latrato di cui Top parve egli medesimo molto stupito, perchè s’arrestò e diede a quei veloci animali il tempo di scomparire.

Il cane aveva il diritto di essere meravigliato, poichè egli non sapeva la storia naturale; ma coi loro latrati, quelle volpi dal pelame grigio e rossiccio, dalle code nere terminate da una punta bianca, avevano svelato la loro origine. Epperò Harbert le chiamò, senza esitare, col loro vero nome di culpeux. Codesti culpeux s’incontrano frequentemente al Chilì, alle Maluine ed in tutti i paraggi americani attraversati dai paralleli trenta e quaranta. Harbert si dolse molto che Top non avesse potuto acciuffare uno di quei carnivori.

— Forse che si mangiano? domandò Pencroff, il quale non considerava mai i rappresentanti della fauna dell’isola se non sotto un punto di vista speciale.

— No, rispose Harbert; ma i zoologi non hanno ancora riconosciuto se la pupilla di queste volpi sia