Pagina:Verne - L'isola misteriosa, Tomo I, Milano, Guigoni, 1890.pdf/231

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e credo seriamente che l’aspetto del nostro globo sarà un giorno interamente trasformato e che per il sollevarsi dei nuovi continenti i mari copriranno gli antichi, e che nei secoli futuri vi saranno dei Colombi che andranno a scoprire le isole del Chimborazo, dell’Imalaja o del monte Bianco, reliquie d’un’America, d’un’Asia e di un’Europa inghiottite. Finalmente questi nuovi continenti diventeranno anch’essi inabitabili alla loro volta. Il calore si spegnerà come quello d’un corpo abbandonato dall’anima e scomparirà la vita, se non definitivamente, dal globo, almeno momentaneamente. Forse allora il nostro sferoide si riposerà per risuscitarne un giorno in condizioni superiori; ma tutto ciò, amici, è il segreto dell’Autore di tutte le cose, e parlando del lavoro degli infusori io mi sono forse lasciato trascinare un po’ lungi nello scrutare i segreti dell’avvenire.

— Mio caro Cyrus, rispose Gedeone Spilett, queste teoriche sono per me profezie vere, e verrà giorno che si compiranno.

— È il segreto di Dio, disse l’ingegnere.

— Tutto ciò è bello e buono, entrò allora a dire Pencroff, che aveva ascoltato con tanto d’orecchi, ma mi apprenderete voi, signor Cyrus, se l’isola Lincoln fu costrutta dai vostri infusorî?

— No, rispose Cyrus Smith, essa è semplicemente di origine vulcanica.

— Dunque scomparirà un giorno?

— È probabile.

— Spero bene, noi non ci saremo più.

— No, rassicuratevi, Pencroff, non ci saremo più, poichè non abbiamo alcun desiderio di morirvi e finiremo forse per cavarcela.

— Frattanto, rispose Gedeone Spilett, accomodiamoci come per l’eternità. Non bisogna mai fare le cose a mezzo.

Così finì la conversazione. La colazione era termi-