Pagina:Verne - L'isola misteriosa, Tomo I, Milano, Guigoni, 1890.pdf/263

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di fare un canotto in regola colla membranatura e col fasciame, ma semplicemente un apparecchio a fondo piatto, eccellente per la navigazione della Grazia, in ispecie presso le sorgenti dove l’acqua fosse poco profonda. Pezzi di corteccia cuciti insieme dovevano bastare a formare la lieve zattera, e nel caso che abbisognasse di portarla, non sarebbe nè pesante, nè voluminosa. Pencroff si propose di formare la sutura delle strisce di cortecce con chiodi ribaditi, d’assicurare colla loro aderenza la perfetta impermeabilità.

Si trattava dunque di scegliere alberi la cui corteccia pieghevole e tenace si prestasse a questo la voro. Ora precisamente l’ultimo uragano aveva buttato a terra una certa quantità di abeti che convenivano perfettamente a quel genere di costruzione. Alcuni di quegli abeti giacevano al suolo, e bastava scorticarli; ma questo fu il più difficile, causa la imperfezione degli utensili posseduti dai coloni. Infine se ne venne a capo.

Mentre il marinajo, secondato dall’ingegnere, s’occupava così senza perdere un’ora, Gedeone Spilett ed Harbert non stettero oziosi. Si erano fatti provveditori della colonia. Il reporter non poteva cessare d’ammirare il giovinetto che aveva acquistato una destrezza particolare nel maneggiare l’arco e lo spiedo. Harbert mostrava pure molto ardimento, congiunto a quella freddezza d’animo che invero si potrebbe dire il ragionamento della bravura.

I due cacciatori però, tenendo conto delle raccomandazioni, non vagavano a più d’un’ora di distanza intorno al Palazzo di Granito. Ma le prime linee della foresta fornivano un sufficiente numero di agutis, di pecari, di kanguri e di cabiaj. E se le trappole non davano gran profitto, dacchè il freddo era cessato, la conigliera almeno forniva il solito contingente, che avrebbe potuto nutrire tutta la colonia dell’isola Lincoln.