Pagina:Verne - L'isola misteriosa, Tomo I, Milano, Guigoni, 1890.pdf/29

Da Wikisource.

della gomena, e Cyrus Smith non aveva che a dar l’ordine della partenza.

In quella un cane balzò nella navicella; era Top, il cane dell’ingegnere che, avendo spezzato la catena, aveva seguito il padrone.

Cyrus Smith, temendo un eccesso di peso, voleva respingere il povero animale.

— Oibò! uno di più! disse Pencroff alleggerendo la navicella di due sacchi di sabbia.

Poi allentò la gomena, ed il pallone, partendo in direzione obliqua, sparve dopo di aver urtato ed atterrato due fumajoli nell’impeto della partenza.

L’uragano si scatenava allora con terribile violenza. L’ingegnere, durante la notte, non poteva pensare a discendere. Come fu il giorno, le brume gl’intercettavano la vista d’ogni terra; e solo dopo cinque giorni un breve diradarsi delle nebbie lasciò vedere l’immenso mare sotto quell’aerostato che il vento trascinava colla velocità di oltre cinquanta miglia all’ora.

Si sa in qual modo dei cinque uomini partiti il 20 marzo, quattro fossero gettati il 24 marzo in una costa deserta a seimila miglia dal loro paese1.

E colui che mancava, colui che i quattro superstiti del pallone doveano innanzi tutto salvare, ora appunto il loro capo naturale, l’ingegnere Cyrus Smith.


CAPITOLO III.


Ore cinque pomeridiane — L’assente — Disperazione di Nab — Ricerche al nord — L’isolotto — Una notte d’angoscie — La nebbia del mattino — Nab a nuoto — Vista della terra — Passaggio a guado del canale.

L’ingegnere, attraverso le maglie della rete che aveva ceduto, era stato portato via da un colpo di

  1. Il 5 aprile, Richmond cadeva in mano di Grant. La rivolta dei separatisti era repressa. Lee si ritirava nell’ovest e la causa dell’unità Americana trionfava.