Pagina:Verne - L'isola misteriosa, Tomo I, Milano, Guigoni, 1890.pdf/292

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CAPITOLO IV.


In cammino verso la costa — Alcune frotte di quadrumani — Un nuovo corso d’acqua — Perchè il flusso non si fa più sentire — Una foresta pel litorale — Il promontorio del Rettile — Gedeone Spilett fa invidia ad Harbert — Lo strepito dei bambù.

Fu alle sei del mattino che i coloni, dopo la prima colazione, si riposero in cammino coll’intenzione di giungere per la via più breve alla costa occidentale dell’isola. In quanto tempo potevano giungervi? Cyrus Smith aveva detto in due ore; ma ciò dipendeva evidentemente dalla natura degli ostacoli che si presenterebbero. Quella parte del Far-West sembrava cir condata da boschi, come se fosse stato un unico bosco composto di essenze estremamente variate. Era dunque probabile che bisognasse aprirsi una strada attraverso le erbe, i cespugli, le liane, e camminare coll’accetta in mano e col fucile altresì — non v’era dubbio — stando alle grida di belve intese nella notte.

La posizione esatta dell’attendamento aveva potuto essere determinata dalla situazione del monte Franklin, e poichè il vulcano si rilevava nel nord ad una distanza di meno di tre miglia, non si trattava che di prendere una direzione rettilinea verso il sud-ovest per giungere alla costa occidentale.

Si partì dopo aver assicurato con gran cura l’ormeggio della piroga. Pencroff e Nab portavano provvigioni che dovevano bastare a nutrire il piccolo drappello per due giorni almeno. Non era più quistione di caccia, ed anzi l’ingegnere raccomandò ai compagni di evitare ogni sparo intempestivo, per non segnalare la loro presenza nei dintorni del litorale. I primi colpi di accetta furono dati nei cespugli in mezzo a