Pagina:Verne - L'isola misteriosa, Tomo I, Milano, Guigoni, 1890.pdf/294

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quali Pencroff avrebbe volentieri mandato qualche carica di piombo.

— Ma, diceva egli, la caccia non è aperta; sgambettate adunque, amici miei, saltate e volate in pace, vi diremo due parole al ritorno.

Alle nove e mezzo del mattino la via, che volgevasi direttamente a sud-ovest, si trovò d’un tratto sbarrata da un corso d’acqua incognito, largo da trenta a quaranta piedi, e la cui viva corrente, cagionata dal pendío del suo letto e rotta da molte roccie, si precipitava brontolando. Quel rivo era profondo e limpido, ma sarebbe stato assolutamente disadatto alla navigazione.

— Eccoci arrestati! esclamò Nab.

— No, rispose Harbert, non è che un ruscello; sapremo ben passarlo a nuoto.

— A qual pro? rispose Cyrus Smith, È evidente che questo rivo corre al mare; rimaniamo alla riva sinistra, seguiamo l’argine, e vedrete che ci condurrà in poco d’ora alla costa. In cammino.

— Un istante, disse il reporter. E il nome di questo rivo, amici miei? Non lasciamo la nostra geografia incompleta.

— È giusto, disse Pencroff.

— Battezzalo tu, fanciullo mio, disse l’ingegnere volgendosi al giovinetto.

— Non è meglio aspettare che l’abbiamo riconosciuto fino alla foce? domandò Harbert.

— E sia, rispose Cyrus Smith; seguiamolo adunque senza arrestarci.

— Un istante ancora, disse Pencroff.

— Che c’è? domandò il reporter.

— Se la caccia è proibita, la pesca è permessa, immagino, disse il marinajo.

— Non abbiamo tempo da perdere, rispose l’ingegnere.

— Oh! cinque minuti, replicò Pencroff, non vi do-