Pagina:Verne - L'isola misteriosa, Tomo I, Milano, Guigoni, 1890.pdf/303

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nocchiale non vi potè scoprire alcun punto sospetto. Nulla pure si vedeva sul litorale, almeno nella parte rettilinea che formava la costa sud del promontorio per una lunghezza di tre miglia, perchè al di là una frattura delle terre nascondeva il resto della costa, ed anzi dall’estremità della penisola Serpentina non si poteva discernere il capo Artiglio nascosto da altre roccie.

Rimaneva dunque da esplorare la spiaggia meridionale dell’isola. Or si doveva egli intraprendere immediatamente questa esplorazione e consacrarle quella giornata del 2 novembre?

Questo non era il disegno primitivo; infatti, quando la piroga fu abbandonata alle sorgenti della Grazia, era stato convenuto che, dopo d’aver osservato la costa ovest, si venisse a riprenderla per ritornare al Palazzo di Granito per la via della Grazia. Cyrus Smith credeva allora che la spiaggia occidentale potesse offrire un rifugio sia ad una nave pericolante, sia ad un bastimento che navigasse regolarmente; ma dal momento che quel litorale non offriva alcun approdo, bisognava cercare in quello al sud dell’isola quanto non si era trovato all’ovest.

Fu Gedeone Spilett a proporre di continuare l’esplorazione, in guisa che il quesito del naufragio presunto fosse del tutto risoluto. Ed egli domandò a qual distanza potesse trovarsi il capo Artiglio dall’estremità della penisola.

— A trenta miglia circa, rispose l’ingegnere, se teniamo conto delle curvature della costa.

— Trenta miglia? soggiunse Gedeone Spilett; ci vorrà una buona giornata di cammino; pure io credo che dobbiamo tornare al Palazzo di Granito, seguendo la spiaggia del sud.

— Ma, fece osservare Harbert, dal capo Artiglio al Palazzo di Granito bisognerà poi contare altre dieci miglia almeno.