Pagina:Verne - L'isola misteriosa, Tomo I, Milano, Guigoni, 1890.pdf/315

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Quanto al riconoscere se una burrasca l’avesse rilevata fino al primo pianerottolo, era impossibile in quella notte profonda.

— È uno scherzo, esclamò Pencroff, è un brutto scherzo! Arrivare in casa propria e non trovarvi scala per entrare non è cosa da far ridere?

Nab si perdeva in esclamazioni.

— Eppure non ha fatto vento! disse Harbert.

— Comincio a trovare che avvengono bizzarre cose, disse Pencroff.

— Bizzarre, Pencroff, disse l’ingegnere; è venuto qualcuno durante la nostra assenza, ha preso possesso della nostra abitazione e poi ha tirato su la scala.

— Qualcuno! E chi mai?

— Il cacciatore dal grano di piombo, disse il reporter; e a che servirebbe se non spiegasse la nostra disavventura?

— Ebbene, se vi ha qualcuno lassù, rispose Pencroff sacramentando, giacchè incominciava a perder la pazienza, lo chiamerò e dovrà ben rispondere.

E con voce di tuono, il marinajo fece intendere un ohe! che fece rispondere tutti gli echi.

I coloni porsero attenzione e parve loro di intendere una specie di riso beffardo.

Ma nessuna voce rispose alla voce di Pencroff, il quale ricominciò la sua vigorosa chiamata. In verità vi era di che stupire, ed i coloni non potevano essere indifferenti. Nella condizione in cui si trovavano, qualsiasi incidente aveva la sua gravità, e certo, da sette mesi che abitavano l’isola, non se ne era presentato alcuno di carattere così maraviglioso. Checchè ne sia, dimentichi della stanchezza e maravigliati dell’avvenimento, essi erano ai piedi del Palazzo di Granito non sapendo che fare, interrogandosi senza saper che rispondere, moltiplicando ipotesi differentissime. Nab era afflitto perchè non poteva rientrare nella sua cucina, tanto più che le provviste erano