Pagina:Verne - L'isola misteriosa, Tomo I, Milano, Guigoni, 1890.pdf/332

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sere tolti a piacimento, l’altipiano di Lunga Vista sarà al sicuro da qualsiasi sorpresa.

Cyrus Smith, per farsi meglio intendere dai compagni, aveva tracciato una carta dell’altipiano, ed il suo disegno fu immediatamente compreso in tutto l’insieme. L’approvazione fu unanime, e Pencroff, brandendo l’accetta di carpentiere, prese a gridare:

— Prima di tutto al ponte!

Era il lavoro più urgente. Furono scelti degli alberi, atterrati, tagliati in assicelle, tavole e tavolini. Quel ponte, fisso nella parte che s’appoggiava alla riva destra della Grazia, doveva essere mobile nella parte che doveva congiungersi alla riva sinistra, in guisa da potersi rilevare per mezzo di contrappesi al pari di certi ponti di pescaja. Naturalmente fu un gran lavoro, e sebbene condotto abilmente, richiese un certo tempo, perchè la Grazia era larga ottanta piedi circa. Bisognò dunque conficcare dei piuoli nel letto del fiume affine di sostenere il corpo di ponte fisso e stabilire un maglio che battesse sui piuoli, i quali dovevano così formare due archi e permettere al ponte di sopportare gravi pesi.

Fortunatamente, non mancavano nè gli utensili per lavorare il legname, nè le ferramenta per consolidarlo, nè l’ingegnosità d’un uomo espertissimo in tali lavori, nè infine lo zelo dei suoi compagni, i quali da sette mesi avevano necessariamente acquistato una grande abilità di mano. E convien dirlo, Gedeone Spilett non era il più disadatto e gareggiava d’abilità col marinajo medesimo, il quale non si sarebbe mai aspettato tanto da un giornalista!

La costruzione del ponte della Grazia durò tre settimane, che furono occupate seriissimamente. Si faceva colazione sul luogo medesimo dei lavori, ed essendo magnifico il tempo, non si rientrava che per cenare al Palazzo di Granito. In questo periodo si