Pagina:Verne - L'isola misteriosa, Tomo I, Milano, Guigoni, 1890.pdf/333

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potè notare come mastro Jup si addimesticasse facilmente coi nuovi padroni, che esso guardava sempre curiosamente. Nondimeno, per precauzione, Pencroff non gli lasciava ancora perfetta libertà di movimenti, volendo con ragione aspettare che i limiti dell’altipiano fossero stati insuperabili dai lavori stabiliti. Top e Jup se la intendevano a maraviglia, giuocavano volentieri insieme; ma Jup faceva tutto gravemente.

Il 20 novembre fu terminato il ponte. La sua parte mobile, equilibrata da contrappesi, girava facilmente, mediante un lievissimo sforzo; fra la sua cerniera e l’ultima traversa a cui s’appoggiava quand’era chiuso, esisteva un intervallo di venti piedi, larghezza bastevole ad impedire il passo agli animali.

Si trattò allora d’andar a cercare l’invoglio dell’aereostato, che i coloni erano impazienti di mettere al sicuro; ma per trasportarlo era necessario condurre un carro fino al porto Pallone, d’onde la necessità d’aprire una strada a traverso i boschi del Far-West. Ciò richiedeva un certo tempo; epperò Nab e Pencroff cominciarono dal fare una ricognizione fino al porto, e com’ebbero accertato che la tela non doveva patire danni nella grotta in cui era stata collocata, fu deliberato di proseguire senza interruzione i la vori relativi all’altipiano di Lunga Vista.

— Ciò, disse Pencroff, ne permetterà di porre il nostro cortile in condizioni migliori, perchè non avremo a temere la visita delle volpi, nè l’aggressione d’altri animali nocevoli.

— Senza contare che potremo coltivare l’altipiano, trapiantare le piante selvatiche...

— E preparare il nostro secondo campo di biade! esclamò il marinajo in aria di trionfo.

Gli è che infatti il primo campo, seminato con un solo grano, aveva prosperato maravigliosamente, grazie alle cure di Pencroff; aveva prodotto le dieci