Pagina:Verne - L'isola misteriosa, Tomo I, Milano, Guigoni, 1890.pdf/354

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Non è per nulla comodo l’arrampicarsi su una lunga scala, quando si ha un carico grave sulle spalle.

— Ebbene, caro Pencroff, cercheremo d’accontentarvi.

— Ma non avete macchina a vostra disposizione.

— Ne faremo una.

— Una macchina a vapore?

— No, una macchina idraulica.

Ed infatti, per muovere il suo apparecchio, l’ingegnere aveva a sua disposizione la forza naturale dell’acqua, di cui poteva fruire senza gran difficoltà.

Gli bastava aumentare lo scolo della piccola derivazione fatta al lago per fornire l’acqua all’interno del Palazzo di Granito. L’orifizio aperto fra i sassi e l’erba all’estremità superiore dello sbocco fu allargato: il che produsse in fondo al corridojo una forte cascata, il cui soverchio si verso dal pozzo interno. Sotto questa cascata l’ingegnere pose un cilindro a palette che corrispondeva all’esterno con una ruota a cui era attortigliata una grossa corda che sorreggeva un paniere. A questo modo, per mezzo d’una lunga corda, che cadeva fino a terra e che permetteva di mettersi in comunicazione col motore idraulico, si poteva tirarsi su nella cesta fino alla porta del Palazzo di Granito. Fu il 17 marzo che l’ascensore venne messo in esercizio per la prima volta con soddisfazione di tutti. Quind’innanzi fardelli, legna, carbone ed i coloni medesimi furono issati con questo sistema così semplice che sostituì la scala primitiva non rimpianta da nessuno. Top più di tutti si mostrò felice di tale innovazione, perchè egli non aveva e non poteva avere la destrezza di Jup nell’arrampicarsi, e molte volte era sulle spalle di Nab o dello scimmiotto medesimo che aveva dovuto far l’ascensione al Palazzo di Granito.

Verso quel tempo Cyrus Smith volle far del vetro,