Pagina:Verne - L'isola misteriosa, Tomo I, Milano, Guigoni, 1890.pdf/356

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cannella, badando a farla girar di continuo, che il suo soffio dilatò la pasta. Altra pasta fu aggiunta alla prima infusione, e ne risultò una palla che misurava un piede di diametro. Allora Cyrus Smith ripigliò la cannella dalle mani di Harbert, e imprimendole un movimento di pendolo, finì coll’allungare la bolla in guisa da darle una forma cilindro conica.

L’operazione della soffiatura aveva dato un cilindro di vetro terminato da due calotte sferiche, che furono facilmente staccate per mezzo d’un ferro tagliente bagnato nell’acqua fredda. Poi collo stesso processo questo cilindro fu tagliato per lo lungo, e dopo esser stato reso malleabile, scaldandolo un’altra volta, fu disteso sopra una lastra e spianato per mezzo d’un cilindro di legno.

Bastava ripetere l’operazione per avere cinquanta vetri. Nè andò molto che le finestre del Palazzo di Granito furono guarnite di lastre diafane, non bianchissime, ma abbastanza trasparenti.

Quanto ai bicchieri ed alle bottiglie, non fu che un giuoco. Erano, del resto, accettati come venivano. Pencroff aveva domandato il favore di soffiare alla sua volta; era un diletto per lui, ma egli soffiava così forte, che i suoi prodotti pigliavano forme stravagantissime che formavano la sua ammirazione.

In una delle escursioni fatte in quel tempo, fu scoperto un nuovo albero, i cui prodotti vennero ad accrescere gli alimenti della colonia.

Cyrus Smith ed Harbert, andando a caccia, s’erano avventurati un giorno nella foresta del Far-West, sulla riva sinistra della Grazia, e, come sempre, il giovinetto faceva mille domande all’ingegnere, alle quali costui rispondeva di gran cuore. Ma avviene della caccia come d’ogni altra occupazione di quaggiù, e quando non vi si mette tutto lo zelo voluto, vi sono molte ragioni per non riuscire. Ora, siccome Cyrus